Briciole di Emozioni e di Web…Fasix

…volevo cambiare il Mondo, ma il Mondo ha cambiato me.

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Il Vero Amore

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“Quando INCONTRI qualcuno, e questo qualcuno ti fa fermare il cuore per alcuni secondi: fai attenzione, questo qualcuno potrebbe essere la persona più importante della tua vita.

Se gli occhi si incrociano e in quel momento c’è la stessa luce intensa tra loro: stai allerta, può essere la persona che stai aspettando dal giorno che sei nato.

Se il tocco delle labbra è stato intenso, se il bacio è stato appassionante e gli occhi si sono riempiti di acqua in quel momento: rifletti, c’è qualcosa di magico tra voi.

Se il primo e l’ultimo pensiero del giorno è per quella persona, se il desiderio di stare insieme arriva a stringerti il cuore: ringrazia Dio, ti ha mandato un dono divino…l’amore.

Se un giorno doveste chiedere perdono l’uno all’altro per qualche motivo e in cambio ricevere un abbraccio, un sorriso, una carezza fra i capelli e i gesti varranno più di mille parole: arrenditi, voi siete fatti l’uno per l’altro.

Se per qualche motivo lei fosse triste, se la vita le avesse inflitto un colpo e tu sarai lì a soffrire il suo dolore, a piangere le sue lacrime e asciugarle con affetto: che cosa meravigliosa!

Lei potrà contare su di te in qualsiasi momento della vita.

Se riesci col pensiero a sentire l’odore della persona come se si trovasse al tuo fianco, e se la trovi meravigliosamente bella anche quando indossa un vecchio pigiama, ciabatte e ha i capelli arruffati…

Se non riesci a lavorare per tutto il giorno, emozionato per l’appuntamento che avete…

Se non riesci ad immaginare in nessun modo un futuro senza quella persona…

Se hai la certezza che la vedrai invecchiare e, anche così, sei convinto che continueresti ad essere pazzo per lei…

Se preferiresti morire prima di vedere l’altra andarsene…

…allora vuol dire che IL VERO AMORE è entrato nella tua vita! E’ un dono!”

(Carlos Drummond de Andrade)

 

Written by Fasix

2 giugno 2015 at 07:46

Labbra

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Written by Fasix

3 agosto 2012 at 08:16

Vento

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Vorrei essere Vento,
Librarmi libero, spingermi negli angoli
Volare sbarazzino
Insinuarmi tra le Genti
Prendere con me i loro Desideri
Farli miei e libero assecondarli.
Volare Ora lontano
alla ricerca di Te,
arrivare silenzioso e posarmi
tra le tue membra
portare con me il tuo profumo
il Sapore della Tua pelle,
Posarmi sulle Tue Labbra
e domare la tua sete di Amore.
Vorrei essere Vento
e portarti la mia Anima libera.
Vorrei….
essere con TE.

 

Written by Fasix

25 marzo 2012 at 14:47

Seduzione

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SEDUCIMI
LOVE ME SEDUCE

Seducimi con le tue labbra e con la tua anima,
stringimi  col presagio d’un dolce uragano
a soffocarmi come fa l’onda di un’alta marea,
infiammami col tuo amore
accendi il mio sguardo in estasi
baciami ed entra in me con la forza del vento
sino a sradicare la mia anima
che danzerà con la tua insieme ai nostri corpi;
entriamo in un eros puro e divino
spalmato di calde parole di cioccolata,
di promesse che s’intrecceranno con catene d’acciaio;
seducimi ancora e stringimi di più,
fammi respirare il tuo fiato,
libera il tuo respiro come cavalli
che percorrono al galoppo ogni poro della mia pelle,
sì la mia pelle desidera la tua mano delicata
ma che ha il vortice del desiderio
capace di risvegliare per sempre i sentimenti
verso un amore sempre più appagato.
Seducimi come solo tu sai fare
con le parole che uscir dovranno solamente
dal tuo cuore innamorato come suoni di violini
e avrai la mia anima.

http://balbruno.altervista.org/index-660.html

Written by Fasix

26 dicembre 2011 at 09:54

L’Attesa

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L’ATTESA
Andrea “Lensflare” Debbi 

 

È l’una di notte.

Il vento gelido che mi sfiora elettrico ed affilato sembra uno spirito che non trovi pace.

Ha il sapore della montagna, ha il suono della montagna, ha il profumo della montagna.
Fermo al ciglio della strada, il bavero del tre quarti alzato, con una mano in tasca e l’altra a tenere ben stretto il telefono in attesa del tuo cenno. Devo

attendere un tuo cenno, ogni volta. Rileggo l’ultimo messaggio “..sono appena arrivata a casa, tu che fai?”
Devo risponderti?
Devo risponderti che sto sfidando il freddo gelido di questa notte d’Aprile, devo risponderti che non sono a casa al caldo come tutte le sere, ma sto

attendendo che tu mi faccia un cenno, per poterti dire che mi trovo a portata di pensiero da te, e che se capirò dalle tue parole che ora mi vuoi, sono

pronto a suonare al campanello di casa tua?
Sibili di un vento che fiacca la mia coscienza sono l’unico suono in questo spettrale silenzio. Pini che si muovono come ipnotizzati, nessuno in strada,

neanche i cani randagi.
Ed io che sarei già in piedi nel tuo salone, a contemplare il tuo sguardo, rapito dal movimento lieve di quel tuo vestito

sempre impeccabile, come se ti fosse stato disegnato addosso. Ed io che sarei già occhi negli occhi, a spezzare con l’anima queste catene, questo

inesorabile psicodramma che ci ostiniamo a rappresentare ogni notte, lontani un milione di miglia, ma vicini da farci male, mentre sadicamente

torniamo a recitare la solita parte del giusto e dello sbagliato, del che sarà, mentre il desiderio ci consuma dall’interno come un tarlo si ciba del suo

Luigi XIV lasciandone nel tempo solo il vetro molato delle ante a testimoniare la grandezza di un qualcosa che non è più.
Ed io che avrei di

nuovo quel sorriso a metà, come un cielo che scorre di lato, mentre mi sfilo la cravatta con una mano, mentre l’altra convulsamente cerca tra i tuoi

capelli, frugando ossessa, mossa dall’anelito di quel bacio che mille volte abbiamo immaginato e che ancora adesso ci eccita ed impaurisce.
E tu che

saresti così sorpresa, spalancando quelle rocce di mare tramite le quali mi parli, reclinando la testa indietro ed offrire alle mie labbra anelanti la pelle

del tuo collo, delle tue spalle, sospirando un piacere represso per troppo tempo, cercato, nascosto, rivoltato e di nuovo rinnegato, per l’ancestrale

umana paura di perdere quel qualcosa di indefinito che esiste solo nella nostra fantasia, o in qualche stringa digitale che rimpalla di notte tra le celle di

qualche operatore telefonico.
Tu staresti così, evanescente nella penombra, appoggiata di schiena sulla spalliera del sofà reggendo con la mente i

tuoi sensi che cadono ai miei piedi come piccoli frammenti di cristallo, scintillanti e fragorosi nella loro voluttuosa fragilità. Abbandonata al mio

ardore che esploda come una supernova ad incendiare l’universo dell’umana lascivia.
Come un alito del vento screziato del tuo profumo francese

la mia mano sui tuoi fianchi, sul dorso quel tessuto raffinato, sul palmo e sotto le dita la pelle di una seta mistica e speziata, calda e tremante fiamma

madre dell’incendio che ci vedrà ardere prigionieri dei nostri stessi corpi.
Come lama di un rasoio adamantino la passione a rapire i respiri ed

ingoiare la notte incipiente, mentre le pupille si abituano alla penombra e le tue curve si cominciano a delineare chiare, mentre il reggiseno cade a terra

silente, mentre la mia mano solleva il tuo vestito carezzando le tue gambe, mentre le mie labbra incollate ai tuoi seni vibrano di piacere all’unisono

con te, che lasci questo angolo di mondo terreno per librarti nell’aria in un istante di volo emozionale.Tu ora stai glissando, svicolando

sull’argomento.. hai immaginato, non sei pronta. Mentre gli unici brividi che sento sono quelli del freddo continuo a rispondere ai tuoi messaggi,

rendendomi conto di essere ancor lontano dal ricevere il cenno..
Eppure ora i brividi sarebbero ben altri, con te che mi prendi la testa tra le mani

come una coppa di Veuve Clicquot ma non per bere, ma per riempirla di nettare divino, facendomi scivolare sul tuo ventre, aggrappato con le labbra a

quella pelle vogliosa, ad ascoltare da vicino il tuo respiro farsi ritmato, sempre più rapido per ossigenare un sangue eccitato, mentre assapori ancora il

gusto dei miei baci sulle tue labbra, perversamente senti la mia lingua farsi strada tra ben altre labbra, che senti essere parimenti umide, grondanti

eccitazione e piacere.
Eppure la sensazione sarebbe ben altra, mentre passerei la mia intera giovinezza con il viso incollato tra le tue gambe, ad

esplorare il frutto della passione aprendolo pian piano con due dita, spostando le Grandi Labbra per poter assaporare in fondo la delizia del tuo intimo,

fermandomi a giocherellare con il tuo piacere, mentre le braccia cominciano a dolermi per lo sforzo di tenerti ferma, mentre sei in preda delle

convulsioni, degli spasmi, soffrendo per non urlare al mondo il brivido che ti sta squassando dall’interno.
Eppure sarebbe un altro vivere, un altro

stringere tra le mie mani, invece di questo freddo pezzo d’alluminio sul quale leggo i tuoi pensieri in risposta ai miei, avere invece i tuoi capezzoli da

sfiorare mentre si eccitano, il tuo seno da accarezzare, stringere, palpare per riempirmi di te, per riempire a piene mani della vita florida, rigogliosa,

giovane, della vita che vuole essere vissuta e non psicanalizzata, non rinnegata in nome della paura, della indecisione…
Sarebbe un altro sapore a

bagnare le mie labbra, il mio viso, mentre il tuo piacere mi inonda con un guizzo dei tuoi nervi vinti dall’orgasmo, proiettandoti l’anima fuori dal

corpo, stravolgendo le tue certezze, abbattendo completamente le tue difese, mentre il tuo vestito Calvin Klein giace immobile ai nostri piedi,

simulacro della tua personalità vinta e vincitrice, mentre oramai persa nel turbine irresponsabile del delirio liberi la tua voce sospirando l’inno alla

vita che va vissuta. Il vento si è fermato. Il cenno volutamente non è arrivato. Risalgo in macchina diretto verso casa mia. Stasera l’incontro non è

avvenuto… il tempo sarà l’unico testimone di quel che avverrà.

 

Written by Fasix

2 ottobre 2011 at 12:56